Tre motivi per cui sono un agente immobiliare
Su questo blog e su quello della mia agenzia Immosanremo, ho parlato diverse volte del mio lavoro di agente immobiliare, ma sempre in termini generali. Tu sai ancora poco di Carlo De Andreis Bessone, del suo percorso e delle tappe che hanno sancito la sua crescita professionale.
Quindi, mi sono detto:
perché non raccontarti un po’ di me e dei tre motivi principali per cui mi occupo di consulenza e vendita di immobili?
Dopo tutto, prima di essere un professionista, sono una persona. E ogni persona ha alle spalle una storia, che chiede di essere raccontata.
La mia, è molto semplice. Ma spero anche interessante: sei pronto? Eccola qui.
Ci sono tre motivi per cui ho deciso di diventare agente immobiliare.
Il primo dei tre motivi è stato la scintilla che ha dato il via al tutto.
Degli altri due, invece, ho compreso l’importanza solo a carriera avviata, ma non per questo li considero meno incisivi. Anzi: rappresentano per me un’importante motivazione.
1- DESTINO
Qualcuno qui storcerebbe il naso: “il destino non esiste”, osserverebbe, “è tutto frutto del caso”.
All’inizio, sono sincero, anch’io lo pensavo.
In fondo, questo lavoro è spuntato fuori all’improvviso, come ti ho spiegato nella pagina Chi Sono: giocando a tennis ho conosciuto due agenti immobiliari, che mi hanno chiesto di lavorare con loro.
Dopo venti giorni ho venduto la mia prima casa. Mi sono innamorato di questa professione, e ho deciso di dedicarle la mia vita.
È una storia come tante: cosa c’è di così miracoloso? Apparentemente nulla.
Però, non riesco a considerare l’incontro con i miei primi datori di lavoro una mera casualità, perché mi ha consentito di diventare ciò che sono oggi: dev’esserci qualcosa di più, rispetto a un semplice spostamento di pedine sulla scacchiera della vita. Dev’esserci una forza superiore, che mi ha fatto scoprire la mia missione e mi ha dato non solo il coraggio ma anche le risorse per portarla avanti.
2 – UTILITA’
Sono sempre stato un uomo empatico, molto sensibile ai problemi della gente.
E le persone si rivolgono a me, appunto, per risolvere un problema.
Parliamoci chiaro: spesso chi decide di vendere un immobile lo fa per necessità, non perché lo desidera.
Le persone infatti sono restie al cambiamento. Chi ha vissuto tanti anni in un appartamento, se ne va a malincuore. Magari, perché ha bisogno di liquidità. Oppure, perché non può più occuparsene. Raramente si tratta di una decisione presa a cuor leggero. E l’urgenza, che si tratti di vendere o affittare, c’è sempre.
Allo stesso modo, chi cerca casa sta costruendo il proprio futuro. Nemmeno questo è facile. Nell’Italia di oggi ci sono tante incertezze, soprattutto per i giovani. Lo stato offre poche garanzie, e la ricerca di stabilità genera ansia. A volte, addirittura panico. C’è gente che non riesce a dormire la notte, nell’attesa che la banca conceda il mutuo.
Altre persone devono lasciare tempestivamente la casa in cui vivono (le ragioni possono essere centinaia) e, se non trovano una soluzione soddisfacente. rischiano di finire sotto un ponte: quando l’appartamento da me suggerito soddisfa le loro aspettative, leggo nei loro occhi una gioia autentica, e questo mi riscalda il cuore. Mi fa sentire in pace con me stesso, ecco.
Con il lavoro di agente immobiliare, si risolvono due problemi in un colpo solo: quello del venditore, e quello del compratore. Cosa c’è di più appagante del sapere di aver reso felice qualcuno?
3 – SODDISFAZIONI
Della soddisfazione che si ricava con il lavoro di agente immobiliare ho già parlato in parte nel paragrafo precedente, quindi sarò più breve e mi focalizzerò sull’altro lato della medaglia.
L’ho già detto mille volte e lo ripeterò fino alla nausea: la soddisfazione del cliente è il mio principale obiettivo. Quindi, se tu sei contento, lo sono anch’io, perché so di aver fatto il mio dovere.
Quando venderò il tuo appartamento, e tu mi ringrazierai, tornerò a casa contento.
Quando ti innamorerai della casa che ti avrò mostrato, e deciderai di acquistarla, mi sentirò appagato.
Certo, c’è anche il lato economico, non voglio essere ipocrita.
Lavorare mi consente non solo di guadagnarmi da vivere, ma anche di togliermi qualche sfizio.
Però il guadagno non è per me un obiettivo, ma la diretta conseguenza dell’aver svolto il mio dovere nel miglior modo possibile. Un premio meritato, quindi, che mi gratifica e mi incentiva a fare ancora meglio.