Scroll Top
Corso Matuzia, 22, 18038 Sanremo (IM)

Mutui variabili si prevedono rincari anche di 45 Euro

a fine ottobre la BCE ha deciso per un nuovo incremento di 75 punti base sul tasso sui depositi delle banche, con effetto dal 2 novembre 2022.

Le previsioni sull’aumento dei tassi di interesse che gli esperti hanno previsto a settembre si sono trasformate in realtà concreta. Infatti, a fine ottobre la BCE ha deciso per un nuovo incremento di 75 punti base sul tasso sui depositi delle banche, con effetto dal 2 novembre 2022.

Si tratta già del terzo aumento deciso dalla banca centrale europea, da molti anni punto di riferimento per i tassi di mercato, che ha portato a un incremento complessivo dell’1,5 per cento. Una bella differenza rispetto alla percentuale del -0,5 per cento attestata fino allo scorso luglio, che sta costringendo molti italiani a tirare la cinghia, perché l’importo delle rate dei mutui variabili continua a salire ancora.

Per chi ha scelto di stipulare un contratto con tasso variabile non è certo una buona notizia, perché i tassi sono già sopra il 4% e dopo l’ennesimo aumento, molto presto raggiungeranno la soglia del 5%. Stando ai calcoli effettuati dalle associazioni dei consumatori, le rate mensili costeranno 45 euro in più.

Quest’aumento, che considerato singolarmente non appare eccessivo, in realtà deve essere sommato agli aumenti che ci sono stati nei mesi precedenti, che portano in totale a un rincaro sulle rate dei mutui variabili di ben 145 euro dall’inizio dell’anno in corso.

Per comprendere meglio come si è arrivati a calcolare questi rincari, ecco delle simulazioni fatte da Facile.it, che aiutano a fare chiarezza sul perché ci sono questi aumenti così consistenti.

Aumento della rata pari al 32%

Dall’analisi effettuata da Facile.it, che ha preso come esempio la rata da pagare per un mutuo a tasso variabile da 126mila euro, da pagare in 25 anni e stipulato a gennaio 2022, l’aumento è complessivamente del 32%. La rata, infatti, nei 9 mesi intercorsi dall’inizio dell’anno, passa quindi da 456 euro a 604 euro, con un incremento di ben 145 euro.

Nell’analisi è stato calcolato un tasso dello 0, 67% per il mese di gennaio, che corrisponde alla rata mensile di 456 euro. Se da gennaio a giugno l’aumento è stato praticamente irrisorio, infatti, i rincari sono stati pari ad appena 13 euro, è invece stato più corposo dopo che la BCE ha deciso il primo aumento dei tassi, che a luglio era pari a +0,50%.

Già dal primo aumento sono saliti con maggiore consistenza gli indici dei mutui, tanto che la rata ha raggiunto quasi la cifra di 515 euro a settembre.

Rispetto alla rata iniziale l’aumento è stato pari a circa 58 euro. I rincari dei mutui variabili stanno mettendo le famiglie in seria difficoltà, perché a essi bisogna aggiungere l’aumento dei costi energetici, e in generale, l’aumento del costo della vita.

A rischio il pagamento delle rate dei mutui

Con gli aumenti che da gennaio continuano a pesare sulle famiglie italiane il rischio è quello di non poter far fronte al pagamento delle rate dei mutui variabili.

Secondo i dati forniti da Facile.it, sono oltre 2,4 milioni gli italiani che hanno avuto problemi nei primi nove mesi dell’anno a far fronte al mutuo a tasso variabile e chi è stato costretto a saltare una o più rate sono 218mila.

Aspetto molto importante è la valutazione di un immobile, se sei interessato leggi il mio articolo cliccando qua

E nei prossimi mesi, da quanto emerso dall’indagine condotta dal comparatore, saranno molti di più gli italiani che dovranno saltare qualche rata o addirittura non potranno far fronte al pagamento del mutuo variabile.

Oltre 780mila mutuatari hanno dichiarato che, nel caso si verificheranno ancora rincari sull’inflazione, non saranno più in condizioni di pagare le rate del mutuo.

Ivano Cresto, Managing Director prodotti di finanziamento di Facile.it, ha commentato la situazione attuale dicendo che per il momento è opportuno aspettare per vedere quali effetti avrà sull’Euribor la decisione della BCE.

Inoltre, Cresto ha aggiunto che i rincari non sono per tutti uguali. Infatti, il Managing Director ha specificato che avrà maggiori aumenti chi ha appena acceso un mutuo variabile, mentre saranno abbastanza modesti gli aumenti per chi sta pagando da anni il finanziamento.

Il motivo è semplice: gli interessi sono più alti per chi ha acceso da poco un mutuo poiché sono calcolati sul debito residuo. Cresto ha anche sottolineato che, per chi si trova in difficoltà, può rivolgersi alla banca per una surroga oppure per estendere il mutuo e ridurre le rate.

Nell’aumento delle rate conta molto l’Euribor

Con quest’ulteriore aumento deciso dalla BCE, dunque, le prospettive non sono per niente rosee per i prossimi mesi. Ad avere peso sull’aumento delle rate è anche l’Euribor, l’indice di riferimento per i mutui variabili.

Stando alle ipotesi avanzate da Facile.it, sempre prendendo come punto di riferimento un mutuo di 126mila euro rimborsabile in 25 anni, ipotizzando che l’Euribor nei prossimi mesi aumenti dello 0,75%, l’aumento della rata sarà di 45 euro.

Se invece di salire allo stesso modo dei tassi, quindi di 75 punti base, l’Euribor crescesse di 50 punti, la rata aumenterebbe nei prossimi mesi di circa 30 euro.

Questo però nessuno può prevederlo con certezza, anche se gli esperti affermano che basta guardare l’andamento dei mesi passati per avere un’idea di cosa potrebbe accadere. Infatti, i dati confermano che quando sono stati alzati i tassi dalla BCE, sono schizzati anche gli indici dei mutui variabili.

Ancora rincari nel 2023

Dalle previsioni avanzate da esperti del settore, la situazione non cambierà nei primi mesi del 2023, e il trend dei rincari proseguirà ancora. Guardando ai Futures sugli Euribor (quotazione in tempo reale cliccando qua), sui quali gli operatori puntano le loro aspettative su come sarà nei prossimi anni l’andamento dell’indice, Facile.it ha sottolineato che i rincari saranno ancora più consistenti.

Secondo la famosa società di comparazione, l’Euribor arriverà al 2,24% entro la fine dell’anno (quotazioni in tempo reale cliccando qua), facendo alzare una rata come quella presa in esempio, ovvero di 456 euro, a 630 euro, con un aumento di 174 euro in più rispetto all’inizio dell’anno.

Nonostante non ci sono conferme che l’Euribor debba per forza seguire l’andamento dei tassi voluto dalla banca centrale europea, i dati passati dimostrano purtroppo che gli aumenti son stati pressoché uguali. Infatti, anche se si sono verificati a distanza di pochi giorni, ci sono comunque stati, e questo fa presagire che anche stavolta accada la stessa cosa.

Desideri richiedere una consulenza? Contattami!

Lascia un commento

×